A quanto pare non sono solo le uova di Pasqua a farci tornare
bambini, anche i cartoni animati fanno la loro parte. Quale migliore occasione
dei giorni di festa per riunirsi con fratelli, sorelle e cugini vari e dare una
ripassata ai cartoni della nostra infanzia? E non si parla solo della Disney.
Quest'anno è toccato a “La strada per El Dorado”, prodotto
dalla DreamWorks nel 2000 e di cui ho scoperto l’esistenza solo più avanti.
Ambientato ai tempi della colonizzazione del Nuovo Mondo, racconta la storia di due strampalati amici spagnoli che, grazie ad una serie di coincidenze, giungono alla leggendaria città di El Dorado, in cui vengono scambiati per i potenti dei che la popolazione tanto aspettava per dare il via alla nuova Era del Giaguaro.
Secondo le leggende ispaniche El Dorado (Il Dorato appunto)
era il capo di un popolazione colombiana che aveva l’annuale tradizione di
cospargersi l’intero corpo con unguento e polvere d’oro, per poi immergersi nella laguna sacra con lo scopo di invocare ricchezza. Le leggende nel corso del
tempo hanno cambiato forma, identificando in El Dorado un luogo immaginario
dell’America del Sud pieno di ricchezze, e per questo meta di svariate spedizioni
esplorative.
Il lungometraggio non si concentra tanto su questo aspetto quanto piuttosto sulla riscoperta del valore dell’amore e dell’amicizia. L’invidiabile rapporto tra i due protagonisti, Tullio e Miguel, viene messo a dura prova dalla nuova avventura che si ritrovano ad affrontare. Mentre Tullio vuole tornare in Spagna con più oro possibile (così come avevano inizialmente progettato), Miguel si affeziona alla città e ai suoi amichevoli abitanti e prende in considerazione la decisione di restare. Tullio è calcolatore (seppur in senso positivo), progetta piani per il futuro e tiene i piedi per terra. Miguel è idealista e sognatore, crede nelle persone e in ciò che possono costruire. Le gag sono molto divertenti e mettono in evidenza quanto i due personaggi siano affiatati. Ciò emerge anche grazie all’affiatamento tra i doppiatori (Kevin Kline e Kenneth Branagh nella versione americana, Gianmarco Tognazzi e Alessandro Gassman in quella italiana), cosa che si rispecchia nella pellicola.
Non dimentichiamo gli altri due grandi protagonisti della
storia: il cavallo Altivo, che accompagna i nostri due eroi nella ricerca della
città d’oro, e Chel, abitante di El Dorado in cerca di avventura nel mondo
esterno. Entrambi aiutano Tullio e Miguel a risolvere i loro guai, contribuendo al
senso di allegria che la storia suscita nello spettatore.
Elemento trainante di tutta la storia è la colonna sonora.
Personalmente conosco tutte le canzoni a memoria, e ogni volta che mio fratello ed io guardiamo questo cartone… vai col karaoke! Sarà forse merito del caro
Elton John?
Interessante anche dal punto di vista della grafica, che
combina l’elaborazione digitale con l’animazione tradizionale rendendo effetti
visivi simili a dipinti (in particolare nelle scene in cui è presente la
natura).
La strada per El Dorado non sarà al livello dei classici
Disney (non tutti perfetti e di successo), ma riesce comunque a conquistare lo
spettatore con i suoi dialoghi semplici ma efficienti, con l’allegria che lo caratterizza e con una colonna sonora
travolgente.
“La leggenda diverrà una storia fantastica
Come un sogno che poi si avvererà
Ed il gran mistero di un’antica civiltà
Si rivelerà sulla nostra via”
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