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Reboot: ne abbiamo davvero bisogno?

Da un paio di mesi ormai in casa mia si sta svolgendo un dramma: il televisore si è rotto. Ormai da qualche tempo ha deciso infatti di diventare un'entità intelligente, e decide lui quando accendersi e intrattenerci e quando invece abbandonarci al nostro destino. Generalmente la cosa si svolge così: se la programmazione prevede qualcosa di nostro interesse la sua decisione è quella di restare spento, costringendoci alla diretta streaming che si blocca ogni due per tre, altrimenti, se la programmazione della serata è scarna e non prevede nulla di interessante, con alte probabilità ci concederà la gentilezza di accendersi. Per esempio, a breve saranno trasmessi dei nuovi episodi di Chi vuol essere milionario (sogno della vita e, neanche a farlo a posta, argomento a tema con ciò di cui sto per parlare). Secondo voi, il televisore si accenderà? Io penso di no. Lo dimostra il fatto che stasera sarà trasmesso Harry Potter e i Doni della Morte Parte II e lui sta lì, tutto scuro, a prenderci in giro. Un po' una metafora della vita: se è previsto qualcosa di bello dovrà per forza esserci qualche ostacolo per raggiungerlo.


Nel caso di Harry Potter: fortuna che c'è Infinity a salvarci. 

Ieri (rullo di tamburi) il nostro nemico/amico si è acceso. Lo abbiamo tanto ringraziato per averci concesso questa serata di relax. Coincidenza ha voluto che stessero trasmettendo proprio un film di cui mi parlavano giusto un paio di giorni fa, cioè La Mummia, reboot del 2017 della saga originale, che vede come interprete protagonista Tom Cruise, accompagnato tra i grandi nomi da Russel Crowe. Quale migliore occasione per recuperarlo?


Lo inizio a guardare con un po' di distrazione. Alla scena di un ritrovamento di una tomba di Crociati ho pensato 'Ah ecco, allora non parla delle mummie dell'antico Egitto'. Dopo qualche minuto però viene raccontata tramite un flashback la storia di una Faraone e della figlia che, come atto di ribellione verso il padre che aveva dato la vita a un nuovo erede, decide di trasformarsi in un mostro e di trovare un modo per il cattivissimo dio dei morti Seth di reincarnarsi e camminare sul nostro mondo. Una cosuccia da niente, un capriccio adolescenziale. E io che mi limitavo a sbattere le porte. Solo dopo una mezz'oretta almeno, forse anche di più, ho capito il collegamento tra i Crociati e gli antichi Egizi, e ho pensato '...ah'. Poi un aereo cade, ma Tom Cruise si salva. Poi la mummia del titolo prende vita, ma Tom Cruise si salva. Poi si scopre che Russel Crowe è il Dr. Jekill che lotta per non trasformarsi in Mr. Hyde (WHAT???) ed è a capo di un'organizzazione che lotta contro tutto ciò che è mistico e malvagio nel mondo. Ok. Poi Tom Cruise viene posseduto dal dio Seth, sconfigge la mummia e si mette a resuscitare persone a piacimento, e scappa via nel deserto portandosi dietro tempeste di sabbia ovunque vada. Durante tutta la visione un solo pensiero nella mia testa: ma che è? cosa sto guardando? perchè???


Un film di una bruttezza rara, sia dal punto di vista della sceneggiatura che da quello visivo, e che ho scoperto essere il principio di una nuovo universo cinematografico della Universal chiamato Dark Universe. Direi che stiamo iniziando MALISSIMO. Sono contenta però di aver visto questo film, perchè ha fatto emergere un pensiero che ribolliva da un po' di tempo nella mia testa: abbiamo davvero bisogno di tutti questi reboot che sono prodotti negli ultimi anni?

Ormai si sta diffondendo sempre di più la tendenza di prendere storie passate, che hanno già fatto il loro successo, adattandole sotto un'altra forma, con nuovi personaggi 'ombra' degli originali, con la speranza di ottenere un nuovo successo. Io non so se ciò venga fatto solo per il desiderio di dare vita a nuove storie, magari abbozzate in passato e poi lasciate in un cassetto per anni, oppure se è tutto un business che vive nella speranza che i fan, dai più ai meno accaniti, si invaghiscano dell'evoluzione delle loro storie preferite. Personalmente credo che non sempre un'operazione di questo tipo possa funzionare, e il film di cui ho descritto la trama sopra lo dimostra. Un'esagerazione immotivata. Prendiamo il caso della famosa sit-com Sabrina, vita da strega, che tanto ha appassionato i giovani alla fine degli anni '90. Come tutti sappiamo, a ottobre è stata lanciata da Netflix la nuova serie Le terrificanti avventure di Sabrina, che presenta una storia più concreta, una trama dalle note più cupe di quelle che abbiamo conosciuto, e caratterizzata da una continuità tra i vari episodi (d'altronde non è una sit-com).




In questa serie vediamo una Sabrina Spellman diversa, più infantile, ma ben cosciente dell'enorme divario tra il mondo mortale e il mondo magico cui è destinata. In questo caso secondo me si dimostra tutto abbastanza coerente in quanto entrambe le serie sono un adattamento, seppur in due chiavi differenti, dello stesso fumetto. Semplicemente la sit-com ha deciso di prendersi più libertà per potersi trasformare in qualcosa che potesse intrattenere e divertire in maniera leggera, mentre la serie Netflix cerca invece di essere più attinente alla storia originale. I personaggi però sono gli stessi. I loro legami sono gli stessi. La separazione tra i due mondi è la stessa. Il principio che sta alla base è lo stesso, e si tiene costante per tutta la narrazione. Differente è la situazione della fortunata serie storica Streghe, il cui reboot prende il nome di Charmed (anche nella versione italiana) e vede lo svilupparsi di una storia che vuole solo copiare quella originale, con personaggi nuovi e diversi da quelli che abbiamo conosciuto.

                 

Quindi perché? Perché produrre delle copie di cose che già conosciamo? Confesso di dire queste cose senza ancora aver visto questa nuova serie, ma i pensieri che sorgono spontanei leggendone la trama sono questi. Holly Marie Combs, che nella serie originale ha interpretato Piper Halliwell, si è ferocemente opposta alla produzione di questo reboot, vedendolo come una scorrettezza nei confronti di chi aveva lavorato sodo anni prima ottenendo ottimi risultati. E lo stesso secondo me dovrebbe fare Brendan Fraser guardando il nuovo La Mummia, oscenità rara che però è inevitabilmente collegata con la saga originale.

       



Secondo la mia modesta opinione questi attori dovrebbero sentirsi davvero offesi dal fatto che i personaggi da loro interpretati, entrati positivamente nell'immaginario collettivo di tutti, vengano paragonati ai nuovi protagonisti senza personalità di queste nuove saghe che nascono solo per cercare di riportare in voga un qualcosa che secondo me appartiene al passato e lì deve restare (quasi) immutabile. Non sarà mai possibile portare a un livello neanche simile il Rick O'Connell del film del 1999 con il Nick Morton del reboot, e non per l'interpretazione degli attori che non è ciò di cui voglio parlare, ma per il semplice fatto che il primo resterà nel cuore di tutti i fan delle saga e nell'immaginario di tutti gli spettatori, dato il successo che è seguito, mentre il secondo sarà solo uno strascico di ciò che è stato costruito in passato (peggiorato in questo caso dall'orribile sceneggiatura e realizzazione). 





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