Chi come me è in procinto di laurearsi, ha ben chiaro in mente cosa significhi non avere respiro. Si arriva ad un punto in cui l'università, gli esami e le ultime incombenze iniziano ad assorbire completamente anima e corpo, e difficilmente si riesce a trovare il tempo per un po' di svago. Per fortuna esiste l'estate, conosciuta anche come "quei mesi (o per alcun un mese) in cui si torna a vivere". Chiunque, almeno una volta nella vita, ha impiegato i mesi estivi per dedicarsi ai recuperoni letterari e cinematografici. "Ma siamo già a metà ottobre, l'estate è ormai lontana" direte voi... e allora forse è meglio che mi sbrighi prima che l'anima venga riassorbita e arrivi Natale.
Nel mio caso il tempo libero disponibile durante l'estate è stato veramente poco, e inizio a pensare di non averlo sfruttato al meglio. Tanti erano i film che avrei potuto recuperare ma alla fine, da una parte l'indisponibilità ad andare al cinema, dall'altra la paura di non riuscire a rilassarsi con la visione di un film un po' più impegnato, mi hanno fatto optare per "La La Land" di Damien Chazelle.
Film rivelazione dell'inverno passato, ricordo che La La Land ha spopolato agli Oscar ottenendo ben 14 candidature (al pari di Titanic) e aggiudicandosi alla fine 6 statuette, tra cui Miglior Regia per Damien Chazelle e Miglior Colonna Sonora per Justin Hurwitz, e resterà nella storia per essere stato erroneamente annunciato come Miglior Film al posto di Moonlight. Ai tempi mi venne descritto come un film piacevolmente allegro, melenso e romantico, e sinceramente in quel periodo non ero dell'umore per vedere qualcosa di simile. Ma La La Land non è propriamente così, e per esprimere meglio cosa ne penso devo necessariamente parlare del finale quindi stoppate la vostra lettura qui se non volete conoscere altro. E per farmi perdonare ve lo faccio dire da un bel faccino.
Ebbene sì, alla fine la storia d'amore tra i due Mia Dolan e Sebastian Walder, nonostante i loro sforzi, finisce. Lo spettatore viene praticamente pugnalato alle spalle: assiste alla nascita di questo amore sincero e delicato per poi vederselo sgretolare davanti agli occhi. Fin qui però niente da dire, il mondo del cinema è pieno di film in cui i due protagonisti vivono momenti meravigliosi insieme per poi essere separati dalla vita e dai suoi imprevisti. Il problema è che io mi sono sentita veramente tradita. Questi due ragazzi giovani e belli, squattrinati ma pieni di speranze, immersi in un mondo di musica e colori (contesto che di solito promette bene), sono portati dalla vita a separarsi e a prendere due strade diverse, finire tra le braccia di altri, per poi incontrare lo sguardo l'uno dell'altra anni dopo e capire che forse le cose per loro potevano andare diversamente. Tipo così:
Ma la realtà è ben altra. Entrambi hanno raggiunto i loro obiettivi professionali, ma rappresentano questi la vera felicità? A quanto pare no. Il mio piccolo cuore si è rimpicciolito guardando la scena finale, e mi sono anche molto arrabbiata. Perché è questo che si prova alla fine di questo film, rabbia. Rabbia verso la verità che ci sviene svelata, e cioè che la vita si mette in mezzo SEMPRE. Anche quando pensi di aver raggiunto l'apice, che chi ti sta intorno resterà con te per tutta la vita, che quello fai è la cosa giusta, accadrà sempre qualcosa che farà crollare tutte le tue certezze e metterà in crisi ogni cosa. Nel momento in cui, cinque anni dopo, i loro sguardi si incontrano un'altra volta, ci viene mostrato un finale alternativo che porta inizialmente a pensare che sarebbero potuti essere felici insieme per sempre, in un mondo ideale in cui la fase iniziale di un rapporto durante la quale non si fa altro che concentrare le proprie attenzioni sul partner non finisce mai. Ma non è tutto qui. Alla rabbia subentra anche una strana sensazione di delusione e amarezza, perché neanche il finale alternativo va bene. Vediamo infatti che lei sì, riesce a diventare la grande attrice di successo che ci è già stata mostrata nel finale reale, ma lui non riesce ad aprire il suo pub e gli resta come unico ruolo quello del compagno della star Mia Dolan. Ma allora qual è la verità? Cosa stanno cercando di dirci? Come dobbiamo comportarci nelle relazioni amorose? Dobbiamo cinicamente pensare a noi e al nostro futuro perché tanto la vita si mette in mezzo e le cose potrebbero andare male, oppure dobbiamo trovare dei compromessi tra la vita professionale e quella amorosa sapendo che uno dei due potrebbe non realizzare i suoi sogni?
Ma la realtà è ben altra. Entrambi hanno raggiunto i loro obiettivi professionali, ma rappresentano questi la vera felicità? A quanto pare no. Il mio piccolo cuore si è rimpicciolito guardando la scena finale, e mi sono anche molto arrabbiata. Perché è questo che si prova alla fine di questo film, rabbia. Rabbia verso la verità che ci sviene svelata, e cioè che la vita si mette in mezzo SEMPRE. Anche quando pensi di aver raggiunto l'apice, che chi ti sta intorno resterà con te per tutta la vita, che quello fai è la cosa giusta, accadrà sempre qualcosa che farà crollare tutte le tue certezze e metterà in crisi ogni cosa. Nel momento in cui, cinque anni dopo, i loro sguardi si incontrano un'altra volta, ci viene mostrato un finale alternativo che porta inizialmente a pensare che sarebbero potuti essere felici insieme per sempre, in un mondo ideale in cui la fase iniziale di un rapporto durante la quale non si fa altro che concentrare le proprie attenzioni sul partner non finisce mai. Ma non è tutto qui. Alla rabbia subentra anche una strana sensazione di delusione e amarezza, perché neanche il finale alternativo va bene. Vediamo infatti che lei sì, riesce a diventare la grande attrice di successo che ci è già stata mostrata nel finale reale, ma lui non riesce ad aprire il suo pub e gli resta come unico ruolo quello del compagno della star Mia Dolan. Ma allora qual è la verità? Cosa stanno cercando di dirci? Come dobbiamo comportarci nelle relazioni amorose? Dobbiamo cinicamente pensare a noi e al nostro futuro perché tanto la vita si mette in mezzo e le cose potrebbero andare male, oppure dobbiamo trovare dei compromessi tra la vita professionale e quella amorosa sapendo che uno dei due potrebbe non realizzare i suoi sogni?
Sinceramente non so rispondere, so solo di essere entrata in sala piena di speranze per questa storia d'amore e ne sono uscita stordita e confusa.
Ma passiamo ad altro. A quanto pare sono stata io a non capire nulla di come doveva essere questo film, in quanto avevo capito che fosse un musical. Per me un musical è la narrazione di una storia tramite canzoni e danze, dall'inizio alla fine, e queste canzoni e queste danze sono parte integrante del modo di esprimersi dei personaggi. La La Land non è per niente questo. Se alcune delle scene iniziali possono farlo apparire come un musical, quasi tutto il resto del film dimostra che non è così. Sì, protagonista è anche la musica, ma questa non guida il progredire della storia, non c'è uno sviluppo musicale ben preciso. Si hanno piuttosto una o due canzoni, la più famosa City of Stars (sulla quale non posso dire nulla perché mi è piaciuta moltissimo), che si ripetono durante tutto il film e contribuiscono alla colonna sonora. Tutto qui. Forse la mia mente fa un confronto automatico con film come 'Mamma mia', che nasce in teatro e magari parte già con una impostazione differente, ma tutti gli altri film musicali che mi vengono in mente hanno una colonna sonora assolutamente più varia e più decisa di quella di La La Land, che cresce in qualche modo e matura insieme alla storia che viene narrata. La crescita sembra fermarsi quando i due protagonisti si innamorano. Ci sarà un qualche significato nascosto?
Nonostante queste mie critiche il film non mi è totalmente dispiaciuto, ma avrei apprezzato un carattere musicale più completo e variopinto e un finale dalle intenzioni più chiare. Sul punto di vista tecnico nulla da dire, così come su quello dei costumi che mi sono piaciuti moltissimo. Ho apprezzato la recitazione di Emma Stone (cui hanno dato l'oscar per Miglior Attrice Protagonista), ma non tanto quella di Ryan Gosling che mi è sembrata un po' piatta in molti punti. Sinceramente non ho capito perché ha suscitato un tale clamore, esistono decisamente sceneggiature migliori.
Saluti con eleganza,
Nonostante queste mie critiche il film non mi è totalmente dispiaciuto, ma avrei apprezzato un carattere musicale più completo e variopinto e un finale dalle intenzioni più chiare. Sul punto di vista tecnico nulla da dire, così come su quello dei costumi che mi sono piaciuti moltissimo. Ho apprezzato la recitazione di Emma Stone (cui hanno dato l'oscar per Miglior Attrice Protagonista), ma non tanto quella di Ryan Gosling che mi è sembrata un po' piatta in molti punti. Sinceramente non ho capito perché ha suscitato un tale clamore, esistono decisamente sceneggiature migliori.
Saluti con eleganza,
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